Blue Origin ha fatto atterrare con successo il suo enorme razzo New Glenn su una nave in mare giovedì, segnando una pietra miliare significativa nella tecnologia dei razzi riutilizzabili. Questo risultato colloca Blue Origin accanto a SpaceX come la seconda azienda a padroneggiare il complesso processo di recupero dei razzi di classe orbitale dopo il lancio.
Il secondo volo di New Glenn
Il razzo New Glenn è stato lanciato dalla Space Coast della Florida con a bordo le sonde marziane ESCAPADE della NASA. Tuttavia, il successo della missione è andato oltre la consegna del carico utile. Il booster del primo stadio, alto 188 piedi, è tornato sulla Terra ed ha eseguito un atterraggio controllato sulla nave drone di Blue Origin, Jacklyn, posizionata a circa 375 miglia dalla costa.
Una ripresa pionieristica
Si tratta della seconda volta che un razzo di queste dimensioni viene recuperato in mare. SpaceX ha già dimostrato questa capacità con i suoi razzi Falcon 9 e Falcon Heavy, ma il risultato di Blue Origin sottolinea la crescente maturità della tecnologia dei razzi riutilizzabili. L’atterraggio stesso ha comportato una manovra laterale del booster verso la nave, piuttosto che una discesa verticale diretta.
Rischio controllato e miglioramenti futuri
Il fondatore di Blue Origin, Jeff Bezos, ha spiegato l’approccio in un post su X (ex Twitter). La compagnia mira intenzionalmente ad atterraggi a poche centinaia di piedi dalla nave per mitigare il rischio di un impatto catastrofico in caso di guasto al motore. Bezos ha affermato che questo “conservatorismo” verrà gradualmente ridotto nel tempo man mano che il sistema dimostrerà la sua affidabilità.
“Non dirmi mai le probabilità”
Il booster, soprannominato “Never Tell Me The Odds”, ha funzionato perfettamente durante il suo secondo volo. Il CEO di Blue Origin, Dave Limp, ha sottolineato la natura storica dell’atterraggio, sottolineando che questo è solo l’inizio di una cadenza di volo in rapida crescita. Il motto dell’azienda, Gradatim Ferociter (“Passo dopo passo, ferocemente”), riflette il suo impegno per il progresso incrementale e l’esecuzione incessante.
Il successo del recupero del primo stadio di New Glenn è un passo fondamentale verso la riduzione dei costi di lancio e l’aumento della frequenza di accesso allo spazio. Riutilizzando l’hardware, Blue Origin mira a competere efficacemente nel crescente mercato spaziale commerciale e a democratizzare ulteriormente l’accesso all’orbita






































































