Potenziale prima rilevazione di materia oscura nell’alone della Via Lattea

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Gli astronomi potrebbero aver rilevato la sfuggente presenza di materia oscura attraverso un bagliore mai visto prima di raggi gamma ad alta energia nell’alone che circonda la nostra galassia. Dopo aver analizzato 15 anni di dati provenienti dal telescopio spaziale a raggi gamma Fermi, i ricercatori hanno identificato un’emissione insolita che non può essere facilmente spiegata da fonti convenzionali. Questa scoperta, se confermata, potrebbe segnare la prima volta che l’umanità “vede” direttamente la materia oscura, una sostanza che costituisce circa l’84% della materia dell’universo ma rimane fondamentalmente sconosciuta.

Il mistero della materia oscura

Da decenni gli scienziati sanno che la materia visibile rappresenta solo il 16% circa della massa dell’universo. Il restante 84% è attribuito alla materia oscura, che si rivela attraverso effetti gravitazionali ma non interagisce con la luce. Una delle principali teorie suggerisce che la materia oscura sia costituita da particelle massicce a interazione debole (WIMP). Quando queste particelle entrano in collisione con le loro controparti di antimateria, dovrebbero annichilarsi, rilasciando energia rilevabile sotto forma di raggi gamma.

Un debole alone luminoso

Il bagliore appena osservato appare come un alone sferico di emissioni di raggi gamma con un picco di 20 miliardi di elettronvolt, un livello energetico coerente con le previsioni teoriche per l’annichilazione delle WIMP. Il segnale proviene dall’alone galattico, la vasta regione di gas e radiazioni che avvolge la Via Lattea. A differenza dell’affollato centro galattico, che è pieno di sorgenti di raggi gamma conosciute come le pulsar, l’alone offre un ambiente relativamente pulito per rilevare segnali deboli.

Perché è importante

Rilevare la materia oscura è una sfida enorme. La sua interazione con la materia ordinaria è così debole che rimane invisibile agli esperimenti di rilevamento diretto. L’alone galattico, precedentemente poco esplorato in questa ricerca, offre un vantaggio unico: la sua relativa chiarezza riduce il rumore e consente misurazioni più accurate. Confrontando la nuova mappa dei raggi gamma con le fonti di emissione conosciute, i ricercatori hanno isolato un segnale residuo che corrisponde strettamente alla forma prevista di un alone di materia oscura.

Passaggi successivi e avvertenze

Sebbene promettente, questa scoperta non è definitiva. Il segnale è debole e altri processi astrofisici potrebbero potenzialmente imitare l’annientamento della materia oscura. Verifiche indipendenti, analisi aggiuntive e ricerche in altri ambienti, come le galassie nane, sono cruciali per confermare la scoperta. Se convalidato, ciò rappresenterebbe non solo una svolta in astronomia, ma richiederebbe anche una revisione del modello standard della fisica delle particelle, poiché la materia oscura sarebbe una particella precedentemente sconosciuta.

In conclusione, il bagliore di raggi gamma osservato nell’alone della Via Lattea è un indizio allettante dell’esistenza della materia oscura. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questo segnale, ma rappresenta un passo entusiasmante verso la risoluzione di uno dei misteri più duraturi dell’universo.

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